Io, quando non lavoro

Conduco una vita tranquilla, amo osservare ciò che mi accade intorno, cercare le ultime informazioni nei campi in cui lavoro, farmi chiamare da libri sconosciuti nelle librerie virtuali (ebooks e audiolibri sono la mia costante compagnia nei momenti liberi), lasciarmi incantare da luci e colori, e godere dei piccoli dettagli.

Quando posso torno a viaggiare, e apro la mente a stimoli e novità per soddisfare la mia mente curiosa. E, lontana da tutto, mi sento davvero a casa!

Scrivo e rifletto prima di farlo, alla ricerca di parole precise e metafore azzeccate che comunichino ciò che desidero trasmettere. E - seguendo il motto ‘impara a dominarli prima che ti annullino’ - mi sto impegnando per insegnare all’AI a fare queste cose per me, proprio come le voglio io. In questa ricerca di precisione testuale e lavorativa trovo diversi punti utili e di stimolo: per ottenere il massimo dall’Intelligenza Artificiale, è fondamentale avere già competenze sui temi da trattare, chiarirsi bene le idee per fare richieste complete e guidare l’AI insegnandole con pazienza a lavorare come si deve.

La sperimentazione è fondamentale anche per poter trasmettere, a chi lavora o studia con me, un approccio strutturato e testato all’uso degli strumenti che usano l’Intelligenza Artificiale come base.

Qualche tempo fa, con l’obiettivo di ‘mettermi scomoda’ e tenere allenato il cervello, ho iniziato a studiare coreano. Sono arrivata a superare il secondo livello base, prima di dover lasciare per mancanza reale di tempo. Un gran dispiacere: mi stava piacendo moltissimo per tre motivi principali:
- l’espressione delle persone quando dici ‘studio coreano’ (non è il motivo principale, ma il più divertente);
- l’effetto meditazione che aveva su di me: quando facevo i compiti o studiavo, raggiungevo un tale livello di concentrazione che tutti i pensieri sparivano;
- sentire come, piano piano, la mia testa stesse ricominciando a lavorare. Un po’ come quelle vecchie locomotive a vapore, che partivano lentamente, tutte sbuffanti. E - per quanto fosse difficile e ancora fossi davvero una schiappa - il percorso per arrivare ad imparare era davvero stimolante. Mi incuriosiva anche accorgermi dei percorsi e dei modi di apprendimento che il mio cervello utilizza per affrontare un compito così arduo (almeno lo è per me), e per cercare di memorizzare i vocaboli (che riconoscevo quando li leggevo, faticavo a ricordare quando li sentivo, e assolutamente restavano misteriosi quando desideravo usarli!).
Ogni tanto cerco di ripassare qualche cosa mentalmente, e seguo qualche drama o trasmissione per non perdere tutto, perchè prima o poi vorrei davvero ricominciare. Sono ottimista!

Maria Paola Cordella

Consulente e formatrice di comunicazione digitale, giornalista pubblicista, ideatrice del portale Attornoai50, (e prima di Genitori e dintorni), co-autrice del libro “Genitori online”.

Scrivo e aiuto le persone a creare una comunicazione on line che gli somigli.

https://www.mariapaolacordella.it
Avanti
Avanti

Riscrittura